(in irlandese
Eire). Stato indipendente (70.273 kmq; 4.044.000 ab.)
dell'Europa nord-occidentale comprendente la maggior parte della superficie
terrestre dell'isola omonima, ad eccezione della sua sezione nord-occidentale.
Confina a Nord con l'Irlanda del Nord, a Est con il Canale di San Giorgio e il
Mar d'Irlanda, a Sud e a Ovest con l'Oceano Atlantico. Capitale: Dublino.
Città principali: Cork, Limerick, Galway, Waterford. Ordinamento:
Repubblica democratica, amministrativamente suddivisa in 4 province comprendenti
27 contee. Moneta: fino al 31 dicembre 2001, sterlina; dal 1° gennaio 2002,
euro. Lingue ufficiali: irlandese (gaelico) e inglese. Religione: cattolica, con
una piccola minoranza anglicana e presbiteriana. La popolazione è
composta da Irlandesi di stirpe celtica. • Geogr. -
V. IRLANDA.
Cartina dell'Irlanda
ECONOMIA
L'agricoltura è modesta e dà specialmente patate, grano, avena, orzo,
barbabietole da zucchero. Grande importanza ha l'allevamento bovino e suino,
oltre che ovino ed equino: la
R. d'I. è uno dei massimi
esportatori mondiali di bestiame vivo, carni diverse e latte, diretti
specialmente verso la Gran Bretagna. Modeste le risorse forestali, come pure la
pesca, e scarse le possibilità minerarie. Negli ultimi anni, in seguito a
una politica governativa volta a ridurre l'emigrazione e ad elevare il tenore di
vita, sono affluiti capitali stranieri che hanno favorito lo sviluppo
dell'industria. Dublino è il principale centro industriale del Paese, con
distillerie, birrifici, tabacchifici, industrie tessili, saponifici,
calzaturifici, concimi, officine ferroviarie, gomma. Il turismo è di
notevole
entità.
STORIAGià abitata da popolazioni di razza iberica, intorno al VI sec.
a.C., l'Irlanda venne occupata da genti celtiche (Gaeli) che ne divennero
l'elemento etnico dominante. Sfuggita alla conquista romana e alle grandi
invasioni germaniche, l'isola fu sconvolta nell'VIII sec. da incursioni normanne
e danesi. Queste minarono l'unità politica interna, mettendo gli
Irlandesi nella condizione di non riuscire ad opporre resistenza al dominio
inglese, impostosi definitivamente nel 1172. La confisca delle terre in favore
dei baroni inglesi e le massicce immigrazioni dall'Inghilterra provocarono
sanguinose ribellioni, accentuatesi nel XVI-XVII sec., in seguito al distacco
dell'Inghilterra dalla Chiesa di Roma, mentre la grande maggioranza della
popolazione irlandese rimaneva legata al Cattolicesimo. Solo nel 1691, dopo la
pace di Limerick, fu concluso un trattato con cui si concedeva alla popolazione
irlandese il libero esercizio del Cattolicesimo. Contemporaneamente,
però, veniva vietato ai cattolici di accedere ai pubblici uffici, di
acquistare terreni, di contrarre matrimonio con protestanti. Ciò
contribuì ad approfondire la frattura tra le due comunità,
concentrando tutto il potere nelle mani dell'aristocrazia inglese, mentre quella
irlandese preferiva emigrare e la massa della popolazione cadeva in uno stato di
profonda miseria. Una nuova recrudescenza dei provvedimenti restrittivi si ebbe
in seguito alle ripercussioni della rivoluzione francese e alla fallita
insurrezione popolare scoppiata nel maggio 1798. Il 7 giugno 1800, il Parlamento
inglese votava l'
Act of Union con cui veniva soppresso il Regno d'Irlanda
e quindi il Parlamento di Dublino. L'isola cessò pertanto di avere
un'Assemblea parlamentare autonoma, ottenendo il diritto di eleggere propri
rappresentanti al Parlamento inglese (un centinaio di deputati ai Comuni e 28
alla Camera dei Lord). Tuttavia al Parlamento londinese potevano accedere solo
rappresentanti di confessione protestante, con conseguente esclusione della
maggior parte degli Irlandesi da ogni carica politica. Iniziava così un
processo di emancipazione politica portato avanti soprattutto dalla "Catholic
Association", un movimento di protesta costituitosi nel 1823 sotto la guida di
Daniel O'Connell. Con grande abilità e servendosi unicamente di metodi
legali, egli riuscì a indurre il Governo inglese a sopprimere le
restrizioni politiche nei confronti dei cattolici (soppressione nel 1829 del
Test Act del 1692). Successivamente, attraverso la "Repeal Association",
O'Connell si batté per il conseguimento dell'autonomia. La battaglia per
l'indipendenza, condotta da vari movimenti, tra cui la Lega feniana (Sinn
Féin) e la Lega agraria (Landliga), subì varie battute d'arresto,
sia per la rigida opposizione inglese, sia a causa della violenta carestia che
colpì il Paese nel 1846, decimandone la popolazione. Fame, malattie
endemiche ed emigrazione di massa portarono allo spopolamento dell'isola che,
nella seconda metà dell'Ottocento, vide dimezzarsi il numero dei propri
abitanti (nel 1840 l'Irlanda contava circa otto milioni di persone). Nel 1870,
venne fondato l'Irish Party per iniziativa di Isaak Butt che, a sostegno della
causa dell'indipendenza irlandese, coniò lo slogan
Home Rule
(autonomia amministrativa). La questione irlandese entrò in una nuova
fase all'inizio del nuovo secolo. Il nuovo leader dell'Irish Party, John Redmon,
si alleò con i liberali inglesi in modo da fare approvare dal Parlamento,
nel 1911, la legge che riduceva il potere di voto della Camera dei Lord,
così che anche l'
Home Rule poté essere approvata. Tuttavia
contro l'
Home Rule i protestanti insorsero sotto la guida di E. Carson,
nel 1913: ne risultò una specie di rivolta conservatrice che assunse
dimensioni tali da fare apparire ormai inevitabile la guerra civile, tanto
più che anche i nazionalisti stavano preparandosi alla rivolta, e non
più soltanto per l'affermazione dei diritti nazionali, ma in nome della
rivoluzione socialista. Lo scoppio della prima guerra mondiale e la sospensione
dell'
Home Rule impedì l'aprirsi di una crisi che aveva messo in
pericolo lo stesso sistema parlamentare britannico. Il problema si ripropose
meno drammaticamente nel dopoguerra, dopo la sanguinosa rivolta di Dublino del
1916 e l'affermazione elettorale del Sinn Féin nel 1918. I nazionalisti
irlandesi costituirono dei corpi armati (Irish Republican Army) e nel 1919
l'Assemblea, costituitasi a Dublino sotto la presidenza di Eamon De
Valéra, proclamò unilateralmente l'indipendenza, inducendo il
Governo inglese a risolvere il problema nel 1921, con la divisione dell'isola in
due parti. Mentre le sei contee dell'Ulster (V. IRLANDA
DEL NORD), rimanevano legate al Regno Unito, alle contee del centro e del
Sud veniva concesso lo
status di Dominion. Questa soluzione fu approvata
nel 1922 dal Parlamento di Dublino, ma incontrò la decisa opposizione del
Sinn Féin che continuò la lotta armata. Nel 1932 il Fianna Fail
(Soldati del destino), capeggiato da De Valéra, ottenne la maggioranza
assoluta dei voti. Sotto la presidenza di De Valéra fu costituito un
Governo che procedette alla graduale demolizione di tutti gli accordi stipulati
col trattato del 1922, sino alla promulgazione nel 1937 di una nuova
Costituzione repubblicana che dichiarava l'Irlanda uno Stato "sovrano,
indipendente e democratico". L'Eire riaffermò la propria indipendenza nel
corso della seconda guerra mondiale, rimanendo neutrale, anche se molti
volontari parteciparono alla guerra a fianco degli Inglesi. Nonostante la
sconfitta elettorale del Fianna Fail nelle elezioni del 1948 e la costituzione
di un Governo di coalizione presieduto dal moderato Costello, nel 1949 venne
tagliato anche l'ultimo legame con la Gran Bretagna. La
R. d'I., infatti,
uscì dal
Commonwealth e sostituì l'inglese con l'antica
lingua gaelica. Nel 1951 il Fianna Fail ritornò al Governo, ma fu
nuovamente sconfitto nelle elezioni del giugno 1954 e dovette lasciare il
Governo alla coalizione capeggiata dal leader del Fine Gael (Stirpe gaelica)
Costello, erede del Partito liberale, costretto a dover fronteggiare
l'attività terroristica antibritannica dell'IRA (Irish Republican Army) e
le divergenze all'interno della coalizione di Governo. Nel 1957, si ebbe lo
scioglimento anticipato del Parlamento e le nuove elezioni riportarono al
Governo il Fianna Fail sempre capeggiato da De Valéra che, nel 1959, fu
eletto presidente della repubblica. Durante tutto questo periodo la vita della
repubblica irlandese fu fortemente condizionata dal fatto che l'unità
nazionale fosse rimasta incompiuta per l'esclusione dell'Ulster. Una decisa
svolta si ebbe durante la campagna elettorale del 1965, condotta sulla base di
programmi più concreti e moderni rispetto a quelli patriottici
tradizionali. Il maggior contributo a questo rinnovamento fu dato dal Partito
laburista. Assai sintomatico apparve l'esiguo margine di maggioranza (10.000
voti) con cui De Valéra riuscì, ancora una volta, a imporsi nelle
elezioni presidenziali del 1966 sul candidato del Fine Gael e dei laburisti, F.
O'Higgins. Nel novembre successivo, venne nominato primo ministro Jack Lynch,
già ministro delle Finanze, anch'egli appartenente al Fianna Fail.
L'azione politica di Lynch, riconfermato dopo le elezioni del 1969, ebbe
importanti ripercussioni sia sul piano interno (sviluppo economico), sia sul
piano della politica estera, con il riavvicinamento alla Gran Bretagna e la
domanda di entrare a far parte della Comunità Economica Europea. La
decisione di aderire alla CEE fu sottoposta a referendum nel 1972 e approvata a
larghissima maggioranza. Nel 1973 vennero approvate a larga maggioranza due
riforme: si concedevano particolari privilegi alla chiesa cattolica, e si
abbassava a 18 anni il limite di età per essere elettori. Nel 1973, con
un anno di anticipo, si svolsero le elezioni politiche, caratterizzate da una
campagna elettorale molto combattiva, in cui il posto di primo piano non era
occupato dalla questione dell'Ulster, ma dai problemi dello sviluppo economico e
dell'organizzazione sociale del Paese. Il Fianna Fail venne battuto da una
coalizione formata dal Fine Gael e dai laburisti. Nel marzo successivo, si
costituì un Governo presieduto da Liam Cosgrave, figlio del leader
liberale che aveva governato durante i primi dieci anni dell'indipendenza
(1922-32). Fautore di una più rigida lotta nei confronti dell'IRA e
favorevole a una soluzione pacifica del problema dell'Ulster, Cosgrave venne
affiancato alla vicepresidenza dal laburista Brendan Corish. A dimostrazione del
mutato clima politico, nel 1973 venne eletto presidente della Repubblica, a
suffragio universale, Erskine Childers, nato a Londra e solo per un quarto
irlandese, di religione protestante e ignaro della lingua nazionale irlandese,
il gaelico. Nel 1976 il presidente O'Dalagh, succeduto a Childers, si dimise a
sua volta e venne sostituito da Patrick Hillery, candidato del Fianna Fail. Le
elezioni dell'anno seguente decretarono la vittoria di quest'ultimo partito e
Jack Lynch assunse la carica di primo ministro, che mantenne fino al 1979,
quando fu sostituito da Charles Haughey. Quest'ultimo riprese le trattative
ufficiali con la Gran Bretagna (maggio 1980). La visita del primo ministro
inglese Margaret Thatcher (1980), convalidò la linea distensiva di
Haughey, ma i risultati politici dell'incontro risentirono dei contemporanei
avvenimenti in atto nell'Ulster, dove lo sciopero della fame condotto da
guerriglieri dell'IRA detenuti nel carcere di Maze si concluse con la morte di
alcuni di questi. Nel 1981 il Governo guidato da Haughey venne sostituito da
quello conservatore capeggiato da Garret Fitzgerald, che si trovò subito
di fronte a due gravi problemi: quello dell'Ulster e quello della crisi
economica. Riguardo al primo, venne costituito un consiglio intergovernativo
anglo-irlandese incaricato di elaborare un progetto di risoluzione dell'annosa
questione. Fitzgerald propose inoltre alcune modifiche della costituzione
irlandese finalizzate a venire incontro ai protestanti nord-irlandesi nella
prospettiva dell'unificazione politica dell'isola. La crisi economica fu invece
affrontata con provvedimenti fiscali e tagli della spesa pubblica. Il Governo di
Fitzgerald ebbe però vita breve e nel marzo tornò al potere
Charles Haughey che riconfermò la politica di austerità del suo
predecessore governando anch'egli con un'esile maggioranza parlamentare. Anche
questo Governo tuttavia durò poco e in dicembre tornò al potere
Fitzgerald. Nel 1983 si tenne un referendum che prevedeva l'inserimento nella
carta costituzionale delle norme già operanti nel Paese contro
l'interruzione volontaria della gravidanza: il provvedimento venne approvato a
grande maggioranza. Il 1984 fece registrare una svolta nei rapporti tra la
R.
d'I. e la Gran Bretagna in relazione al problema dell'Ulster: il Governo di
Fitzgerald, orientato a limitare la protezione offerta in passato ai terroristi
dell'IRA, concesse l'estradizione di Dominic McGlinchey, su cui pendeva l'accusa
di una trentina di omicidi. Inoltre, nel 1985, fu stipulato un accordo fra
Londra e Dublino (
Anglo-Irish Agreement) che prevedeva l'istituzione di
un segretariato amministrativo congiunto e di una commissione bilaterale di
ministri incaricata di esaminare i problemi dell'Ulster. Nelle elezioni del 1987
con una schiacciante maggioranza il Fianna Fail tornò al Governo con
Haughey, sconfiggendo il Fine Gael. Il trionfo (45% dei suffragi espressi; 81
seggi su 166) fu tanto più significativo se si tiene conto del fatto che
il partito aveva subito, a causa di divergenze interne, una scissione che, pochi
mesi prima, aveva dato vita a una nuova formazione politica (il Partito
progressista democratico). La disfatta del Fine Gael significò la
bocciatura della politica del Governo: il tentativo (fallito) di impedire la
promozione a norma costituzionale della legislatura anti-aborto, di abrogare le
norme relative all'indissolubilità del matrimonio ed infine della
liberalizzazione della contraccezione, tutte questioni di grande peso morale
sulle quali il Governo si scontrò frontalmente con le gerarchie
cattoliche, che dimostrarono di avere un controllo saldo del Paese. Il
fallimento della sua politica indusse Fitzgerald a dimettersi dalla guida del
Fine Gael, carica in cui fu sostituito da Alan Dukes. In giugno gli irlandesi
ratificarono mediante referendum l'Atto Unico Europeo. Nel frattempo la crisi
economica diventava sempre più preoccupante. Nel 1990 l'embargo sancito
dall'ONU nei confronti dell'Iraq danneggiò ulteriormente l'economia
irlandese. Nell'ottobre del 1990 venne eletta presidente della Repubblica Mary
Robinson, candidato dei laburisti, dei verdi e dei marxisti; il suo avversario,
il vice primo ministro e responsabile della Difesa Brian Lenihan, coinvolto in
uno scandalo politico, fu costretto a lasciare i suoi incarichi. All'inizio del
1992 al dimissionario Ch. Haughey, accusato di aver ordinato intercettazioni
telefoniche, subentrò Albert Reynolds, già ministro delle Finanze.
Nel giugno 1992 un referendum sancì l'approvazione da parte degli
Irlandesi del Trattato di Maastricht. Nel novembre dello stesso anno le elezioni
politiche videro una netta sconfitta del partito di Governo, il Fianna Fail, e
il trionfo dei laburisti che per la prima volta nella storia della
R.
d'I. ottennero la guida del Paese: A. Reynolds fu scelto come primo
ministro. Nel 1993 iniziarono trattative con Londra per una risoluzione della
questione dell'Irlanda del Nord che subirono però una netta battuta
d'arresto nel corso del 1995. Intanto una crisi di Governo causò le
dimissioni, alla fine del 1994, di Reynolds, sostituito da J. Bruton, leader del
Fine Gael. La coalizione di Governo riuscì a mantenere la
stabilità politica e sociale durante tutto il 1995. Con un referendum,
gli Irlandesi approvarono (con il 50% contro il 49% dei voti) una riforma
costituzionale che autorizzò il divorzio alle coppie separate da oltre
quattro anni. L'inizio del 1996 si caratterizzò per
l'interruzione della tregua unilaterale, in vigore dal 1994, con un
attentato a Londra che causò due morti ed alcuni feriti. Burton
aprì subito nuove trattative a Belfast e stabilì eccellenti
rapporti con il primo ministro britannico John Major e con il presidente degli
Stati Uniti Bill Clinton che tentò di agire al di sopra di tutte le parti
al fine di trovare una formula che risolvesse il conflitto armato.
Nell'aprile del 1997, una serie di attentati annunciati dall'IRA
contro strade, stazioni ferroviarie e aeroporti paralizzò il sistema dei
trasporti britannico, in pieno periodo elettorale. Un nuovo cessate il fuoco fu
proclamato dall'IRA in luglio ed in settembre, furono ripresi i negoziati
per la pace. I sondaggi per le elezioni legislative, nel giugno del 1997, davano
come favorito il Fianna Fáil diretto da Bertie Ahern - che infatti
conquistò 67 seggi su 166 - seguito dal Fine Gael con 54 seggi: il
Parlamento nominò Ahern primo ministro. In settembre, il presidente Mary
Robinson lasciò la carica a una commissione presidenziale, fino
all'elezione del successore. L'11 novembre, Mary McAleese, del
Fianna Fáil, assunse la presidenza. Dopo difficili negoziati, il 10
aprile 1998, a Belfast i cattolici separatisti e i protestanti unionisti
raggiunsero un accordo di pace per l'Ulster. Il testo dell'accordo,
negoziato da otto partiti politici, sotto gli auspici di Londra, Dublino e
Washington, prevedeva un'autonomia limitata per l'Irlanda del Nord
con la creazione di un'Assemblea Legislativa e organismi di cooperazione
Nord-Sud. Il piano stipulava inoltre il disarmo delle organizzazioni
paramilitari, i cui partiti parteciparono ai negoziati, e la graduale
liberazione dei prigionieri. Alla fine di maggio si svolse il referendum, che
approvò l'accordo con il 95% dei voti. Un mese dopo ebbero luogo le
prime elezioni per formare l'Assemblea in carica dal febbraio del 1999.
L'accordo lasciò aperta la possibilità, per il popolo
dell'Ulster, di decidere il futuro della provincia, scegliendo mediante un
referendum la riunificazione con l'Irlanda oppure la permanenza
all'interno del Regno Unito. In agosto, lo scoppio di una bomba ad Omagh,
nell'Irlanda del Nord, uccise 30 persone e sembrò mettere a rischio
il fragile processo di pace; ma lo sdegno della gente, da entrambe le parti
della frontiera, spinse il gruppo repubblicano responsabile dell'attentato
(una scissione dell'IRA) a decretare una tregua unilaterale e
definitiva. Il forte sviluppo economico e finanziario del Paese permise alla
R. d'I. di
entrare nel primo gruppo di Stati membri dell'Unione economica e monetaria europea (1998).
Nelle elezioni legislative del giugno 1997 Bertie Ahern, del Fianna Fáil, venne
nominato primo ministro. In settembre, il presidente Mary Robinson lasciò la
carica a una commissione presidenziale, fino all'elezione del successore Mary McAleese,
del Fianna Fáil. Il 6 maggio 2000 il primo ministro Ahern e quello britannico
Tony Blair confermarono il ripristino delle istituzioni autonome dell'Irlanda del Nord;
inoltre, nel 2001, Londra decise di iniziare l'opera di smilitarizzazione della zona.
Sempre nel 2001 il Paese bocciò, con un referendum, il Trattato di Nizza sull'
allargamento dell'Unione europea a Est. Nella stessa occasione gli Irlandesi si
espressero per la definitiva soppressione della pena di morte. Il 1° gennaio 2002
l'euro divenne divisa ufficiale del Paese. Dopo cinque anni di governo alla guida
di un Esecutivo di centro-destra, il premier uscente Ahern venne riconfermato alle
elezioni politiche tenutesi il 17 maggio 2002. In ottobre Gli Irlandesi vennero chiamati
nuovamente alle urne per un referendum con il quale si chiedeva l'allargamento dell'Unione
Europea a Est. Il risultato, opposto a quello registato nel 2001, aprì le porte dell'Unione
a 10 nuovi Stati membri (V. UNIONE EUROPEA). Nel giugno 2004 le consultazioni per il rinnovo del
Parlamento europeo registrarono la sconfitta del maggior partito nazionale, il Fianna Fáil,
che conseguì il peggior risultato della sua storia (30,9%, l'8% in meno rispetto al 1999),
e l'avanzamento del Fine Gael (26%) e, soprattutto, del Sinn Féin di Gerry Adams, passato
dal 6,3% all'11,9%, che poté così inviare per la prima volta un suo esponente a Strasburgo.
LINGUAL'irlandese
è una lingua celtica insulare del gaelico, derivato dal celtico
occidentale, portato nell'isola dai conquistatori che si succedettero attraverso
i secoli. Le prime testimonianze si trovano in iscrizioni del IV sec. d.C.
redatte nell'alfabeto
ogamico. L'irlandese viene distinto in tre fasi di
sviluppo storico: antico (VIII-X sec.), medio (XI-XV sec.) e nuovo irlandese
(dal XVI sec.). Nel XX sec. l'irlandese ha subito un notevole regresso per la
concorrenza dell'inglese, nonostante lo sforzo costante da parte del Governo di
dare incremento alla lingua celtica: nel 1937 sono state dichiarate lingue
ufficiali della
R. d'I. sia l'inglese che
l'irlandese.
LETTERATURALa
letteratura irlandese delle origini (ciclo mitologico, ciclo epico di Ulster, il
cui eroe è Cochulain, ciclo epico di Leinster, il cui eroe è
Ossian), la lirica popolare, la letteratura orale e folclorica hanno assunto
un'importanza di primo piano nella letteratura inglese e mondiale, ma non hanno
avuto uno sviluppo specificamente irlandese fino al XVII sec.: la
Storia
d'Irlanda di Keating (1570-1646) può essere definita l'atto di
nascita della lingua irlandese moderna. Pure in irlandese sono gli
Annali dei
quattro maestri (1636) e inoltre la
Lista dei re e il
Libro delle
invasioni compilati da M. O'Clery. Alla tradizione dei bardi si rifanno
invece, sempre nel XVII sec., T. Dall O'Huigginn, Ferriter e T. O'Carolan. Nel
XVIII sec. tengono viva questa tradizione J. O'Neghtan e Roe O'Sullivan. Alla
fine del XIX sec., la ripresa del sentimento nazionale si esprime nello sforzo
di ripristinare l'uso della lingua nazionale e di combattere l'influenza
inglese. Intorno all'Abbey Theatre si affermano così, oltre ad autori
drammatici, scrittori e poeti nuovi che, a una produzione in lingua inglese,
affiancano opere in gaelico. Tra i maggiori sono da ricordare, accanto a L.
Robinson e S. O'Casey, i poeti J.M. Synge e Butler Yeats. Ma i nomi più
illustri di scrittori irlandesi appartengono alla letteratura inglese. Tra essi
J. Swift, Th. Moore, O. Wilde, G.B. Shaw, Th.E. Lawrence e J.
Joyce.
ARTEL'assenza
della colonizzazione romana ha permesso che la tradizione celtica si conservasse
incontaminata fino all'invasione normanna. Il massimo sviluppo dell'arte
monastica irlandese si ebbe tra il sec. V e il X e riguardò soprattutto
la miniatura e l'oreficeria. La miniatura, la più antica in Occidente,
esercitò un influsso enorme nel mondo occidentale. Tra le opere
più preziose citiamo l'
Evangeliario di Durrow (VII sec.),
comprendente i quattro vangeli, l'
Evangeliario di Lindisfarne (VIII sec.)
e il
Libro di Kells (IX sec.), uno dei più belli del mondo per lo
splendore dei colori e la bellezza dei motivi. L'oreficeria si distinse per le
fibule decorate a smalti e per i reliquiari in legno rivestito in lamine di
bronzo. Dopo l'occupazione anglo-normanna (XII sec.), l'arte indigena
cessò di esistere sotto il predominio sempre crescente di influssi
stranieri (particolarmente francesi e italiani nel XVIII
sec.).
MUSICALa
civiltà musicale irlandese, costituita da un vasto repertorio di musica
folcloristica vocale e strumentale, ebbe sempre un carattere autonomo e spesso
influì sull'esperienza musicale europea. Le melodie popolari, di natura
patriottico-nazionalistica, si basano su scale modali e pentatoniche e sono
cantate dai bardi con l'accompagnamento dell'arpa. La musica colta si svolse
prevalentemente nell'orbita della tradizione anglo-francese.
Panorama di Dublino
Panorama di Glifden, capoluogo storico del Connemara (Irlanda)
Scorcio di un villaggio sulla costa irlandese
Panorama di Galway (Irlanda)
Panorama di Cobb (Irlanda)
Il monumento alla Pompa nel centro di Klonakilty, Irlanda